Alitalia, la Newco ai sindacati: senza accordo non si va avanti

Mentre, come richiesto dal decreto del governo approvato giovedì, il consiglio di amministrazione di Alitalia ha chiesto il commissariamento (Augusto Fantozzi è stato nominato da Berlusconi e Scajola) e ha presentato ricorso per la dichiarazione dello stato di insolvenza al Tribunale di Roma (l’indebitamento al 31 luglio 2008 è salito a 1.172 milioni di euro ), la cordata della nuova società fa un annuncio tutt’altro che scontato. Senza accordo con i sindacati, non se ne fa niente. Nonostante gli annunci trionfanti di Berlusconi sul salvatgaggio di Alitalia, Corrado Passera, amministratore delegato di Intesa San Paolo, la banca a capo della Newco, mette i paletti all’operazione: «Se non si riuscisse a trovare un accordo sindacale – ha spiegato – il progetto non partirebbe». Insomma, non c’è ancora nulla di fatto e per capire «se si va avanti o no» ci vorranno altre «4-5 settimane»: «Il progetto è appena iniziato – ha spiegato ancora Passera – e naturalmente si dovrà passare attraverso le autorizzazioni dell’Antitrust e delle autorità europee. Ci sono ancora molte cose da fare – ha aggiunto – il progetto non è ancora partito, ma – sostiene – ha tutti i presupposti per partire e noi pensiamo che avrà successo».Non la pensano esattamente così i sindacati. Lunedì i rappresentanti delle organizzazioni dei lavoratori incontreranno il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi.

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Pronta al decollo la nuova Alitalia Colaninno presidente

È stata costituita la newco per Alitalia. È la nuova società che rileverà il marchio e le attività della compagnia di bandiera italiana. Presidente sarà Roberto Colaninno, amministratore delegato Rocco Sabelli. I soci, per ora, sono sedici. Il nome della società è Compagnia aerea italiana. Il capitale ammonta a un miliardo di euro.

Fonte: http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=285981

Alitalia, nasce la ‘Newco’. Presidente Roberto Colaninno – Interni

Dopo mesi di sparate e proclami da parte di Berlusconi, prende forma la nuova Alitalia. È stata costituita infatti la nuova società denominata Compagnia aerea italiana che vede Roberto Colaninno come presidente e Rocco Sabelli amministratore unico. Sono 16 i soci della nuova società che al momento hanno sottoscritto quote paritetiche simboliche per poche migliaia di euro. Oltre allo stesso Colaninno attraverso la Immsi, ci sono il gruppo Benetton attraverso Atlantia, il gruppo armatoriale Aponte, il gruppo dell’acciaio Riva, i fratelli Fratini attraverso la Fingen, il gruppo Ligresti attraverso FonSai, i fondi Clessidra ed Equinox, la compagnia Air One di Carlo Toto, la famiglia Fossati attraverso la Findim, il gruppo Marcegaglia, il gruppo Caltagirone Bellavista attraverso Acqua Marcia, il gruppo Gavio attraverso Argo, l’imprenditore Davide Maccagnani attraverso Macca, il presidente del gruppo Pirelli Marco Tronchetti Provera e la stessa Intesa Sanpaolo, che sta mettendo a punto il piano di risanamento e ha promosso la creazione della società.

A Palazzo Chigi c’è stato un vertice tecnico tra il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta e i ministri Giulio Tremonti, Altero Matteoli e Claudio Scajola. Sul tavolo, la modifica della legge Marzano, passaggio decisivo per la realizzazione del fantomatico ‘piano Fenice’ messo a punto da Intesa Sanpaolo, che prevederebbe la nascita di una nuova società, ripulita dei debiti della ‘vecchia’ Alitalia e di una ‘bad company’, che ricadrebbe sulle spalle dello Stato e quindi degli italiani che dovrebbero così accollarsi tutti i debiti.

Fonte: http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=78389

Dopo la luna di miele uccide moglie e suocera

Luna di miele con delitto. Duplice: uccide moglie e suocera, poi fugge.
Dicono che amore e odio, come tutti gli estremi, si tocchino, che la linea di demarcazione possa essere talvolta sottile.
Giovanni Valentino, 32 anni, commerciante d’olive, novello sposo dai muscoli possenti e i fragili nervi, quella linea ieri l’ha oltrepassata in una manciata di istanti zeppi di follia. Rabbia, rancori, forse gelosie. Un groviglio di sentimenti capace di esplodere in violenza ferina.
Non è chiaro se le abbia massacrate usando solo quelle sue mani da ex pugile dilettante, o se si sia aiutato con una martello, o qualche altro oggetto contundente, il primo che ti capita tra le mani quando la mente non riesce più a guardare. Avevano entrambe la testa fracassata le due donne, Lucia Di Muro, giovane e attraente maestra trentunenne e sua mamma Maria Grazia Priscindaro, casalinga di 60 anni.
«Una scena raccapricciante», dicono i carabinieri entrati per primi nell’appartamento.
Succede a Canosa di Puglia (Bari), in un’elegante palazzina di periferia, in via Sardegna. Epilogo di un matrimonio forse finito ancor prima di cominciare. Erano convolati due mesi fa Giovanni e Lucia, quattro giorni fa avevano fatto ritorno dal viaggio di nozze. Con il sorriso stampato in volto, una felicità più ostentata che vera. In quel loro rapporto, dopo un lungo fidanzamento, gia da tempo qualcosa non funzionava più. Si stringe il volto tra le mani e singhiozza un parente dell’assassino: «Glielo ripetevo, “se non vai d’accordo con la tua fidanzata non ti sposare”».

Fonte: http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=280585

L’accusa di Mangiarotti «Così è la fine di un’epoca i danari creano inimicizie»

Milano. È sgomento Edoardo Mangiarotti, il decano della scherma italiana, che con 13 medaglie in 5 Olimpiadi resta uno degli atleti più titolati al mondo. Nonostante i suoi 89 anni Mangiarotti, che ancora presiede la commissione disciplinare della Federazione internazionale, partirà per la Cina con uno scopo: fare chiarezza negli ambienti della federazione sul caso Baldini. «Non trovo parole. Conosco molto bene il ragazzo e posso dire che Andrea è pulitissimo: era la nostra speranza. Per lui è una stroncatura tragica. Sono meravigliato: pochi giorni prima dell’europeo di Kiev, Baldini aveva fatto un test antidoping ed era risultato negativo. Poi arriva l’esito di questo ulteriore esame a un giorno dalla sua partenza per la Cina».Baldini ha parlato di complotto, implicitamente puntando il dito contro un compagno di squadra. Mangiarotti non esclude nulla. «Se c’è stato un complotto, mi domando come la federazione non se ne sia accorta. Tra Baldini e Cassarà c’erano già stati alcuni precedenti, i due non andavano d’accordo. E pensare che ai miei tempi c’erano rapporti di massima lealtà non solo tra compagni di squadra, ma persino tra avversari. Ricordo l’amicizia con Christian d’Oriola, il più grande fiorettista francese: ci affrontavamo in pedana, poi si andava a cena insieme. Ora nelle squadre moderne ci sono elementi che non legano con gli altri e, purtroppo, girano troppi quattrini che minano ogni rapporto di amicizia».

Fonte: http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=280645

Blocca-processi: chi spegne la Giustizia

C’è qualcosa di nuovo oggi nell’aria, anzi d’antico. C’è un premier che pretende immunità e giura sui figli. Ci sono p.m. che si addormentano dialoganti e si destano sovversivi. C’è la fantasia al potere, con avvocati-parlamentari-avvocati che inventano sempre nuovi marchingegni da spendere nelle aule giudiziarie. Ci sono processi ansimanti sulla dirittura d’arrivo, mentre qualcuno cerca di eliminare il traguardo o almeno di spostarlo un po’ più in là, per poi rimproverare giudici e p.m. di aver corso invano. È il 1994? Direi proprio di no. Secondo le anticipazioni, il documento che il Csm si appresta a varare individua tre profili d’illegittimità costituzionale della norma che sospende un gran numero di processi, per reati anche assai gravi. Innanzitutto si censura la violazione dell’art. 111 della Costituzione che impone che i processi abbiano una ragionevole durata; esso limita la discrezionalità di un legislatore che dei tempi della giustizia non si preoccupi o addirittura che ne persegua la dilatazione: al di là della diatriba sul numero dei processi sospesi, certi sono gli effetti a catena su di un sistema già sull’orlo del disastro. Cosicché sembrano aver ragione coloro che, nella stessa maggioranza, indicano la vera ragione del provvedimento nel conflitto politica-giustizia e dunque nel processo Mills. In secondo luogo appare violato il principio d’uguaglianza, per la scelta dei reati da sospendere, appesa a criteri imperscrutabili (perché il 30 giugno 2002? Perché il limite dei dieci anni di pena edittale? Sulla base di quali studi circa i riflessi organizzativi e processuali?).

Fonte: http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=76504