Neanderthal, il nostro cugino tecnologico e poco superstizioso – Scienza

Chi vincerebbe una partita a scacchi tra un uomo della nostra specie e un Neanderthal? La risposta non è affatto scontata. Un team di ricercatori inglesi e americani ha studiato per tre anni gli strumenti utilizzati dalle due specie, riproducendoli e testandone l’efficienza, la foggia, la materia prima per fabbricarli e la loro durata nel tempo. Si tratta di due tipologie di oggetti in pietra: i «flake» (scaglie), pietre più ampie utilizzati da entrambe le specie, e i «blade» (lame), più strette, in seguito adottate solo dagli Homo sapiens. Lo studio pubblicato su «Journal of Human Evolution» ha dimostrato che non solo non ci sono differenze di efficienza tecnologica tra le due tipologie di strumenti, ma che in alcuni casi i flake erano migliori dei blade.«La nostra ricerca scardina la credenza della supposta inferiorità dei Neanderthal che si basava sull’inefficienza tecnologica dei loro strumenti», racconta Metin Eren, ricercatore dell’University of Exeter e principale autore della pubblicazione.Durante lo spostamento dall’Africa all’Europa dell’Homo sapiens, avvenuta circa quarantamila anni fa, il nostro continente era già occupato dai Neanderthal, che sono scomparsi più o meno dodicimila anni dopo.«È interessante constatare per quanto tempo sia durato il pregiudizio nei confronti dei Neanderthal. Certo, ora non è rimasto nessuno di loro a formare una lobby per difendersi dalla cattiva pubblicità.

Fonte: http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=79046

Ad Ascona il sax di Harry Allen

Penultima giornata di concerti ad Ascona per la ventiquattresima edizione del New Orleans Jazz Festival. Intensa la programmazione, tra i concerti di sabato 5 luglio 2008 spiccano quelli di Harry Allen Quartet, Pfister Sisters, European Saxophone Quartet e Dado Moroni con Niki Haris. Imperdibile l’insuperabile talento del sassofonista newyorchese d’adozione Harry Allen, che ritorna ad Ascona dopo un un anno di assenza per deliziare il pubblico con il suo quartetto, completato da un gruppo di formidabili musicisti : Joe Cohn (chitarra), Joel Forbes (basso) e Chuck Riggs (batteria). Nato a Washington DC, cresciuto in California, è unanimemente considerato uno dei migliori sassofonisti del jazz contemporaneo, con all’attivo oltre 30 registrazioni.

Fonte: http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=273935

Garante Privacy: discriminatorio schedare i bimbi rom

Quando l’ordine non è ferocia

Alto, bianchi i pochi capelli, dritto come un fuso, Carlo Mosca, 62 anni, è stato nominato prefetto di Roma, in sostituzione di Achille Serra il 2 settembre del 2007. Esattamente due mesi dopo quella nomina, il primo di novembre, moriva per una violenza indicibile e assurda Giovanna Reggiani, seviziata da Nicolae Romulus Mailat, cittadino romeno che viveva in un campo rom abusivo a poca distanza dalla stazione di Tor di Quinto, teatro del delitto. A quell’epoca l’antica tolleranza dei romani era già stata scossa da un altro terribile fatto di cronaca. In un impeto di violenza generata da un diverbio in metropolitana la giovane prostituta romena Doina Matei aveva ucciso, conficcandole in un occhio la punta dell’ombrello, Vanessa Russo, una ragazza romana sua coetanea. Il prefetto, studioso e docente di diritto e procedura penale, nel mentre nell’opinione pubblica e nella politica monta il tema dell’emergenza sicurezza venata di sentimenti di intolleranza e di xenofobia, mantiene la barra dritta. «Roma – sostiene – ha tanti problemi ma l’emergenza è dove c’è il terrorismo, dove si combatte la criminalità organizzata, basta andare a Napoli o a Palermo». A Roma bisogna «essere rigorosi con i delinguenti», lui dice proprio così, con l’accento meridionale che forse risale ai tempi dell’accademia militare dell’Annunziatella dove si è formato. Colpire i delinquenti è dunque il suo leit motiv: nota, della delinquenza che viene da fuori, la sproporzione fra l’obiettivo che magari è rubare un portafogli – e la violenza inusitata usata per raggiungerlo.

Fonte: http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=76719

Inflazione, i sindacati chiedono alla Confindustria un nuovo indice

Il nodo dell´inflazione diventa un «passaggio chiave» della trattativa tra Confindustria e sindacati sul rinnovo del modello contrattuale. I sindacati chiedono un patto «per i salari» e rivendicano la necessità di prendere a riferimento un indice sul costo della vita, per i rinnovi contrattuali, che sia più vicino all’inflazione reale che a quella programmata. Da Confindustria il presidente Emma Marcegaglia parla però, al momento, solo della «possibilità di fare qualche considerazione» nel caso in cui inflazione reale e programmata siano discostanti. Ma ribadisce la necessità di non tornare in «una situazione in cui i salari seguono i prezzi: l’abbiamo già vissuta in passato, potrebbe essere problematico», dice il presidente degli industriali da Reggio Emilia prima del nuovo confronto che martedì ha visto i segretari di Cgil, Cisl e Uil, Epifani, Bonanni e Angeletti, ed il vice presidente di Confindustria, Alberto Bombassei confrontarsi di nuovo sui contratti. «Siamo su posizioni diverse che richiedono approfondimenti», ammette anche il vicepresidente di Viale dell’Astronomia, Alberto Bombassei, sottolineando che, comunque, il nuovo incontro fissato per dopodomani sarà «un passaggio chiave per l’accordo sui contratti». Al termine della riunione di martedì qualche passo avanti sembra sia stato fatto . Almeno sul fronte del percorso da seguire: si è infatti deciso di costituire un tavolo «per discutere di un nuovo indice sul costo della vita da adottare nei rinnovi dei contratti».

Fonte: http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=76581

Il Paese dei misteri

Alla fine tutto imploderà come il collasso di una stella. E i misteri d’Italia diventeranno uno soltanto: gigantesco, indicibile, totalizzante. Una sorta di totem italiano davanti al quale ammettere la nostra sconfitta di cittadini, di italiani e di uomini. E li rivedremo tutti, come in una apocalisse criminale e ambigua come in un girone dantesco delle vittime dei misteri: Salvatore Giuliano e Gaspare Pisciotta, Enrico Mattei e Wilma Montesi; ci sarà Michele Sindona, e poi Roberto Calvi, e Aldo Moro, e i morti di Bologna, e i morti di Piazza Fontana, e il commissario Calabresi. E l’elenco, troppo lungo, arriva fino a quella ragazzina con il nastrino in testa: quindici anni e una passione per la musica. Una famiglia semplice e umile. Si chiamava Emanuela Orlandi. Il papà scomparso nel 2004 era un dipendente del Vaticano. Lei una ragazzina come tante. Era nata il 14 gennaio del 1968, era astigmatica ma si vergognava di portare gli occhiali in pubblico, suonava il flauto, e il 22 giugno di venticinque anni fa, con ogni probabilità, sale su una Bmw verde tundra station wagon e scompare. Mai più trovata. Qualche ora prima telefona alla sorella più grande per dirle che le era stato offerto di promuovere prodotti di profumeria Avon, a un prezzo altissimo, 350 mila lire di allora, e non sapeva se accettare. La sorella le consiglia di lasciar perdere. Cosa succede, e cosa sappiamo di questa storia? Di fatto, niente. Non sappiamo neppure se Emanuela Orlandi è viva o morta.

Fonte: http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=76575

Il Cdm vara il Lodo Schifani bis: immunità per il premier

Il Consiglio dei ministri ha approvato il cosiddetto “lodo Schifani bis”, il disegno di legge sull’immunità delle più alte cariche istituzionali. Il provvedimento garantisce così la sospensione dei processi penali in corso per le quattro alte cariche dello Stato (Capo dello Stato, presidenti di Camera e Senato, presidente del Consiglio) per tutta la durata del loro mandato per i reati non commessi nell’esercizio delle loro funzioni. Le norme, su sollecitazione del governo e per decisione della Conferenza dei capigruppo di Montecitorio, approderanno nell’Aula della Camera lunedì 28 luglio. Un provvedimento simile, approvato nel 2003, era stato giudicato incostituzionale dalla Corte Costituzionale. La differenza con la prima versione del lodo Schifani, il bis stabilisce che le vittime potranno proseguire la loro azione in sede civile in maniera preferenziale. I soggetti istituzionali interessati, inoltre, potranno rinunciare, volendo, all’immunità. L’opposizione aveva respinto la proposta avanzata per il Pdl da Gaetano Pecorella, legale del premier, di andare in tempi brevi all’approvazione del Lodo, con disponibilità dell’opposizione, senza nemmeno passare attraverso la norma di sospensione dei processi inserita nel decreto sicurezza. «Non c’è e non ci può essere nessuno scambio», ha detto il ministro della Giustizia del governo ombra Pd, Lanfranco Tenaglia. Antonio Di Pietro ha annunciato opposizione al “Lodo-bis”, mentre il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini ha confermato la volontà di bloccare la norma salva-processi, ma disponibilità ad affrontare il tema immunità delle più alte cariche dello Stato.

Fonte: http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=76652