padova operai investiti una colata acciaio liquido due sono gravissime condizioni ustioni sul del corpo

Entrambi sono dipendenti della Hayama che lavora in appalto all’interno degli impianti di Acciaierie Venete, il cui presidente e amministratore delegato Alessandro Banzato, è stato eletto un mese fa alla guida di Federacciai.

Durissimo il commento del responsabile siderurgia della Fiom-Cgil, Mirco Rota: In recenti incontri erano emersi problemi legati agli orari di lavoro in quello stabilimento dice il sindacalista a IlFattoquotidiano.it Siamo di fronte a un 2018 con numeri da strage, dopo i morti di Milano e il gravissimo incidente di oggi.

Rota, richiamando alla massima attenzione per la sicurezza sugli impianti, rinnova l’invito a norme stringenti, che rafforzino il potere di controllo e di intervento del sindacato.

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Umbria Olii, il giudice cancella la beffa del risarcimento danni chiesto alle vittime – Interni

La fiaccolata a Campello sul ClitunnoA volte, sulla strada della giustizia, le tappe più importanti si coprono con un passo indietro. Lontano dalla beffa che si assomma al dolore e al lutto. Così almeno questa volta i familiari di Tullio Mocchini, Giuseppe Coletti, Wladimir Toder e Maurizio Manili, morti nel rogo della Umbria Olii a Campello sul Clitunno il 25 novembre del 2006, potranno sorridere sapendo che un tribunale ha deciso di riavvolgere il nastro e cancellare mesi di lavoro. È successo due giorni fa a Spoleto quando il giudice Augusto Fornaci ha di fatto cancellato dal procedimento la perizia che era stata elaborata dall’ingegner Pierluigi Pecchioli per Giorgio Del Papa, ad della Umbria Olii e unico indagato per la strage con l’accusa di disastro colposo con l’aggravante «della colpa con previsione dell’evento», violazione delle norme di sicurezza e omicidio colposo plurimo.Pagine dense di tecnicismi e analisi in base alle quali Giorgio Del Papa aveva chiesto oltre trentracinque milioni di euro di risarcimento danni ai familiari delle vittime dell’esplosione e all’unico superstite, indicando proprio negli operai della ditta Manili di Narni i responsabili dello scoppio e delle fiamme sprigionatesi dai silos. Perchè quel disastro, era scritto nella citazione in giudizio, «ad altro non può essere ascritta se non, da un lato, al fatto che l’impresa appaltatrice e i suoi dipendenti non hanno rispettato le modalità esecutive preventivamente concordate» e «dall’altro, al fatto che nonostante che ciò non fosse stato concordato, per risparmiare tempo ed entità di lavoro, hanno fatto ricorso alla saldatrice» in un ambiente potenzialmente esplosivo.

Fonte: http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=80522