Delfino e Minghella dallo psicanalista: «Nati per uccidere»

Nell’articolo che segue vengono messi a confronto due protagonisti della cronaca nera che hanno sconvolto la Liguria a distanza di oltre trent’anni. Maurizio Minghella, serial killer e Luca Delfino, processato per l’omicidio dell’ex fidanzata di Antonietta Multari avvenuto lo scorso anno a Sanremo e sospettato per l’omicidio, avvenuto otto mesi prima a Genova, di Luciana Biggi, anche lei legata sentimentalmente all’uomo. L’analisi del profilo psicologico dei due uomini si basa su questa ipotesi avanzata dagli inquirenti e non intende emettere sentenze di colpevolezza preventive.Amedeo Ronteruoli**I casi di Luca Delfino e di Maurizio Minghella riguardano da vicino la Liguria e rappresentano due vicende che hanno interessato, e inorridito, il pubblico. Si tratta di due casi molto diversi dal punto di vista della clinica e della psicopatologia, come vedremo, ma hanno in comune il fatto che, in entrambe le vicende, qualora fosse provata la colpevolezza di Delfino anche nel primo omicidio, è stato loro «permesso» di tornare a uccidere nonostante fosse evidente la pericolosità dei due soggetti. Si tratterebbe, nel caso, di due «serial-killer», omicidi seriali, anche se il loro sintomo trae origine da dinamiche psichiche differenti.Vediamo che Luca Delfino ha avuto la propensione ha instaurare legami affettivi con diverse donne, ripetendo ogni volta un copione abbastanza simile. È come se egli avesse voluto aderire sempre più alla compagna, mirando a una sorta di comunione totale con lei, che via via non lasciava più alla partner nessuno spazio soggettivo, finché lei – cominciando a percepire l’angoscia che sorge da un simile assillo – non tentava di prendere le distanze, di avere un attimo di respiro; è quello che è accaduto, ad esempio, anche con la vittima uccisa a Sanremo, che gli aveva chiesto di restare separati per un po’ di tempo.

Fonte: http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=280740